DFV e Master a sostegno delle ragioni di Uncsaal
La Regione Puglia vieta gli infissi in alluminio nel centro storico di Bari ignorando le valenze estetiche, funzionali e di impatto ambientale degli infissi in alluminio
La Regione Puglia ignora le valenze estetiche, funzionali e di impatto ambientale degli infissi in alluminio.
È quanto si può constatare leggendo la Determinazione dirigenziale n. 425 del 3 luglio 2012, finalizzata a mantenere integro il patrimonio architettonico e urbanistico dei quartieri S. Nicola, Murat, Libertà e Madonnella, ricadenti nell’area centrale della città di Bari.
L’atto – pubblicato sul Bollettino Ufficiale del 2 agosto scorso e quindi già in vigore - mette al bando alluminio e pvc per infissi, persiane e portoni di Bari vecchia, abilitando solo il legno.
In poche parole, non vengono prese in considerazione le nuove tecnologie che permettono l’assoluta integrabilità dell’alluminio in contesti di rilevanza storica, grazie anche alla moltitudine di finiture oggi ottenibili, che spaziano dai colori pastello fino a finiture che imitano perfettamente i legni più pregiati.
Da non sottovalutare, poi, gli inevitabili riflessi che questa decisione comporta sul mercato e nel regime di concorrenza.
Le stesse ragioni per cui Uncsaal ha inviato alla Regione Puglia una lettera, in cui manifesta le proprie forti perplessità sul provvedimento e ne propone le modifiche necessarie, tanto più che «non esiste un riferimento legislativo tra quelli citati nella determinazione in oggetto che vieti la sostituzione di pre-esistenti serramenti esterni in legno (finestra, persiana, porta e portone) e chiusure oscuranti (tapparelle, persiane, scuri) con nuovi in metallo (alluminio, acciaio e leghe)». Per comprovare le proprie posizioni, inoltre, all’interno della medesima corrispondenza, Uncsaal cita e allega una sentenza del 2007 del TAR del Friuli Venezia Giulia, in cui si intimava il Comune di Trieste a recedere da disposizioni analoghe a quelle della Regione Puglia, allora ratificate in un Piano del Colore della città giuliana.
Le rivendicazioni espresse trovano facile sponda nei player di settore, come Master e DFV, 30milioni di euro il fatturato della prima, che occupa 250 persone, 32 milioni e 180 dipendenti i dati che invece figurano nella carta d’identità della seconda.
«Da sempre – ribadisce Michele Loperfido, direttore generale di Master – sosteniamo le azioni di Uncsaal verso questa forma di discriminazione che si alimenta grazie ai “pregiudizi” e alla scarsa conoscenza. Pregiudizi nei confronti delle qualità estetiche dei serramenti metallici. Scarsa conoscenza degli enormi cambiamenti tecnologici che le finestre, i portoncini, le portefinestre e le porte hanno subito nel corso degli ultimi anni. Ad oggi, infatti, un buon serramento metallico, come una buona finestra, rispetta tutte le qualità formali ed estetiche dei serramenti tradizionali in altro materiale e può essere installato in qualunque edificio di pregio e di valore storico-architettonico, garantendo altresì migliori prestazioni rispetto agli infissi precedentemente installati».
Di qui la volontà di andare in fondo alla questione, sino al completo accoglimento dei rilievi opposti alla Regione. «Uncsaal – continua il dirigente dell’azienda produttrice di accessori per serramenti -, in questi ultimi anni, si è spesso imbattuta in numerosi casi di discriminazione dell’impiego del serramento metallico contenuti in leggi dello Stato, in norme di attuazione dei piani regolatori comunali e sovracomunali e in norme di attuazione di piani di recupero. Ogni singolo intervento svolto da Uncsaal e dai suoi Uffici Legali non si ferma al contatto diretto con l’ente preposto o coinvolto nel caso di razzismo metallico, ma, in caso di non immediata abrogazione della discriminazione nell’installazione di finestre e porte metallicihe contenuta negli strumenti normativi locali, si sviluppa fino a ricorsi ai Tribunali Amministrativi Regionali e al Consiglio di Stato. E questi atteggiamenti danneggiano l’economia e annullano gli investimenti in innovazione, uniche armi rimaste che le filiere sane utilizzano sui mercati per poter resistere a queso momento di particolare congiuntura economica».
Sulla stessa lunghezza d’onda Franco De Francesco, dirigente di DFV. «Il settore dell’alluminio per infissi – dichiara il manager – si è evoluto notevolmente, sia nelle finiture sia nella componentistica (profilati ed accessori), permettendo di coniugare delle soluzioni tecniche molto evolute, che solo l’alluminio può dare, con un’estetica identica a quella di una finestra in legno». Considerazioni da tenere in conto, visto che provengono da chi guida un’azienda leader del segmento effetto legno polvere su polvere nella verniciatura di profili in alluminio per serramenti. DFV, infatti, da sempre si distingue nella ricerca tecnologica su materiali e processi a basso impatto, producendo decorazioni per infissi di grande suggestione estetica e altamente fedeli, in relazione alla loro destinazione d’uso.
«Eliminare la possibilità di utilizzare l’alluminio per i serramenti – continua De Francesco – equivale a depotenziare tutte le politiche di eco-sostenibilità che con fatica si tenta di adottare, visto che una finestra di alluminio nel 60% dei casi proviene quasi totalmente da materiali riciclati ed è al 100% riciclabile».