Canadian Solar invita la Commissione Europea a sostenere il libero scambio
L'azienda dichiara che la denuncia sulle esportazioni sottocosto presentata alla Commissione Europea nel mese di luglio da parte di alcuni produttori europei di moduli solari è infondata
Canadian Solar, uno dei principali produttori al mondo di moduli solari con siti produttivi in Canada e Cina dichiara che la denuncia sulle esportazioni sottocosto presentata alla Commissione Europea nel mese di luglio da parte di alcuni produttori europei di moduli solari è infondata. Canadian Solar collaborerà con la Commissione Europea per dimostrare che le condizioni per l’imposizione di tariffe punitive non sono fondate. Oggi, la Commissione Europea ha annunciato l’avvio di un’indagine nei confronti dei produttori cinesi di prodotti solari.
“Non esportiamo sottocosto. Quale società con una presenza globale, continueremo a dimostrare la nostra aderenza alle pratiche commerciali internazionali. Inoltre, in quanto azienda quotata sul listino NASDAQ, siamo totalmente trasparenti nei confronti dei costi di produzione e del costo di capitale”, dichiara Gregory E. Spanoudakis, Presidente delle Operazioni Europee di Canadian Solar.
“Ci auguriamo che la Commissione Europea riconosca che le misure protezionistiche non rappresentano né l’interesse dell’industria solare europea, né quello dell’Unione Europea stessa. La maggior parte delle aziende che opera in questo mercato ne uscirebbe sconfitta a causa di un’iniziativa guidata solo da pochi che perseguono interessi individuali”, aggiunge Spanoudakis.
Migliaia di aziende di piccole e medie dimensioni come installatori, sviluppatori di sistemi, ingegneri e tecnici di manutenzione, che compongono la spina dorsale del settore solare dell’Unione Europea, saranno colpiti dalle misure protezionistiche. La sopravvivenza dell’intera filiera sarebbe a rischio nel caso fossero introdotte delle tariffe punitive.
Nella lotta contro i cambiamenti climatici, l’Unione Europea ha come obiettivo una maggiore diffusione dell’energia solare. Infatti, entro il 2020 l’UE prevede di raggiungere una quota pari al 20% dell’energie rinnovabili nel mix energetico complessivo. Le tariffe sulle esportazioni sottocosto aumenterebbero il prezzo dei moduli solari con un effetto diretto sulla domanda. In particolare, i proprietari di abitazioni installerebbero meno moduli sui propri tetti portando a una conseguente riduzione dell’energia verde prodotta, un risultato che non sarebbe in linea con la politica energetica dell’Unione Europea.
Canadian Solar continuerà a proteggere gli interessi di un’industria globale che necessita di un ambiente favorevole che spinga le aziende a competere l’una con l’altra creando prodotti di qualità a prezzi concorrenziali. “In questi tempi di crisi economica continueremo a impegnarci nel mercato europeo contribuendo alla creazione di posti di lavoro e promuovendo l’innovazione”, conclude Spanoudakis.
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