Tekneco #11 – Efficienza
La ventilazione meccanica controllata
Lo scambiatore di calore entalpico di Hoval HomeVent provvede all’aerazione degli ambienti ma anche al recupero del calore latente nel vapore acqueo
La crisi energetica, unitamente all’esigenza di migliorare il livello di vita e degli standard qualitativi e di comfort degli edifici, ha portato a significativi cambiamenti nella progettazione e nell’utilizzo delle abitazioni contemporanee, quali, ad esempio, un migliore isolamento termico, una maggiore tenuta all’aria dell’edificio, l’uso diffuso del riscaldamento, l’utilizzo di serramenti più prestanti, etc. Fenomeno non trascurabile è però quello legato alla stanchezza che il nostro organismo avverte anche dopo aver normalmente dormito. Ciò dipende dal fatto che ognuno di noi respira, per un certo periodo di tempo, la stessa aria contenuta nell’ambiente, con elevate concentrazioni di CO2. Questo è il motivo che ci porta ad alzarci già stanchi ed in alcuni casi anche con il mal di testa.
Non a caso alcuni protocolli di certificazione ritengono fondamentale, anzi obbligatoria, l’introduzione di adeguati sistemi di ventilazione meccanica controllata (VMC) all’interno di edifici con classi energetiche elevate (A+, A e B). Ma in cosa consiste un impianto di VMC? La ventilazione meccanica controllata è quella tecnologia che permette di cambiare l’aria, sostituendo l’intero volume d’aria e fornendo un’elevata qualità dell’aria interna. In altri termini ciò significa controllare la temperatura interna, eliminare l’anidride carbonica (CO2) mediante aria pulita, rimuovere l’umidità, odori, fumo e alcuni agenti allergenici (polvere, batteri e pollini presenti nell’aria)
Ne consegue che la VMC può essere utilizzata anche per eliminare gli odori sgradevoli (ad esempio in cucina) e l’umidità eccessiva (nei bagni o nei locali lavanderia), per introdurre aria esterna, per mantenere l’aria circolante all’interno dell’edificio ad una temperatura controllata e per impedire il ristagno dell’aria interna. La ventilazione, del resto, favorisce sia lo scambio di aria verso l’esterno che la circolazione di aria all’interno dell’edificio. È, in definitiva, l’unica tecnologia che ci permette di raggiungere valori accettabili della qualità dell’aria negli edifici.
Le diverse modalità a cui si ricorre per ventilare un edificio possono essere divise in ventilazione meccanica, forzata e naturale.
La ventilazione “meccanica” o “forzata”, come dianzi detto, viene utilizzata per controllare la qualità dell’aria interna: l’eccesso di umidità, di odori e di contaminanti può essere controllato tramite la diluizione o la sostituzione con aria esterna. Dipende tutto dal carico interno. Andando a riscaldare aria fredda e umida, in inverno comunque viene immessa con un umidità molto bassa.
Gli aspetti progettuali di questi sistemi includono la portata (che è in funzione della velocità del ventilatore di scarico e delle dimensioni dello sfiato) e la rumorosità. È ovviamente possibile adottare il principio della ventilazione naturale, adducendo nell’edificio aria esterna senza l’uso di sistemi di ventilazione o altri sistemi meccanico: se gli spazi per ventilare sono piccoli, esso può essere realizzato con finestre apribili o sfiati “trickle”.
Nei sistemi più complessi, invece, è possibile espellere l’aria calda contenuta nell’edificio utilizzando il principio dell’ “effetto camino”: questi sistemi, pur necessitando di poca energia, non consentono di garantire un adeguato comfort termo-igrometrico degli occupanti. Occorre, inoltre, tenere presente che, nei periodi caldi o umidi, è assolutamente difficile raggiungere elevati livelli di comfort igrometrico mediante il ricorso esclusivo a sistemi di ventilazione naturale o convenzionale.
Per ovviare a queste problematiche, oggi, alcuni produttori offrono un sistema unico nel campo della ventilazione meccanica controllata domestica con gestione dell’umidità. Questi sistemi hanno un recuperatore rotativo entalpico che offre la più elevata tecnologia, garantendo un recupero termico e dell’umidità superiore rispetto ai sistemi di ventilazione classici.
L’ultima frontiera nel settore della ventilazione domestica è lo scambiatore di calore entalpico di Hoval HomeVent. Esso provvede non solo all’aerazione degli ambienti e al recupero di calore per ridurre il consumo energetico ed evitare la formazione di muffe in abitazioni in Classe A+, A o B, ma permette il recupero del calore latente presente nel vapore acqueo. Il tutto senza costi aggiuntivi. Grazie a questo sistema all’avanguardia è quindi possibile garantire sempre il massimo comfort climatico ed elevare il rendimento dall’80-90% dei sistemi classici fino al 130%. Il benessere climatico è intimamente connesso al rapporto tra la temperatura e il grado di umidità presente in ambiente e rappresenta il gradimento nei confronti dell’ambiente termico. Per raggiungere tale condizione sono necessari una temperatura di 19-26 gradi e un livello di umidità compreso tra il 40% e il 60%.
Spesso, in inverno, se l’umidità relativa alle abitazioni ad alta efficienza e in legno scende al di sotto del valore critico del 35% possono risultare compromessi la salubrità e il comfort di chi vi abita e dell’edificio stesso. D’estate, invece, l’umidità troppo elevata può causare problemi di condensa.
Hoval HomeVent, grazie al suo scambiatore di calore entalpico, permette la corretta gestione dell’umidità. I giri dello scambiatore, infatti, vengono regolati in base alla temperatura esterna. In inverno lo scambiatore di calore aumenta la sua velocità di rotazione (10 giri/minuto) e quindi la sua superficie di scambio (max. 47 mq), mantenendo il grado di umidità in ambiente superiore al 37%. In estate, al contrario, quando all’esterno ci sono temperature elevate, lo scambiatore abbassa la sua velocità di rotazione (0,5 giri/minuto), portando meno umidità all’interno.
Questo sistema può diventare una soluzione ideale anche per il recupero del freddo estivo, in quanto può essere integrato dal modulo “CoolVent”, un brevetto Hoval, che completa l’innovativa soluzione di ventilazione domestica con recupero di calore e umidità Hoval HomeVent, essendo in grado di recuperare il freddo che viene prodotto da un impianto di raffrescamento. Questo modulo rende la funzionalità dell’apparecchio reversibile rispetto alla modalità invernale: invece di recuperare il calore, in estate, aumentando nuovamente i giri dello scambiatore di calore, recupera il freddo. Con questo sistema si può distribuire l’aria raffrescata uniformemente in tutte le stanze, evitando di portare costantemente aria calda dall’esterno nell’ambiente.
I filtri danno una marcia in più… Sugli apparecchi di fascia alta è molto importante anche la qualità dei filtri. Normalmente vengono montati filtri G4 sull’aria ripresa dall’ambiente, per evitare che sullo scambiatore di calore si depositino capelli, polveri, etc. Grazie ai filtri antipolline per l’aria immessa si eliminano i disturbi provocati dalle allergie e si beneficia di aria sana priva di batteri e fumo. Ad esempio, per le zone ad alta densità urbana, Hoval ha sviluppato dei filtri antipolline combinati con i carboni attivi che aumentano notevolmente la capacità di trattenere le particelle di ozono e di Pm10.
Sono da preferire filtri a tasche, che hanno una grande superficie di accumulo per la polvere e garantiscono piccole perdite di carico. Per la manutenzione non vi è alcuna difficoltà: i filtri sono facilmente accessibili e possono essere sostituiti, senza l’aiuto di un tecnico specializzato. Merita sottolineare, infine, che, quando si sceglie un apparecchio di ventilazione meccanica controllata di elevata qualità, come Hoval HomeVent, questo intervento resta l’unica manutenzione che si deve prestare.
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L'autore
Gianfranco Marino
Architetto leccese e consulente energetico. La sua formazione privilegia temi inerenti l'architettura, specialmente quelli relativi al rapporto fra costruzione ed ambiente e allo sviluppo dell'Architettura Bioecologica e Bioclimatica. E stato consulente per il Marketing Urbano e del Territorio di Santa Maria di Leuca (Lecce).
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Ale
scrive il 18 settembre 2014 alle ore 17:08
Il mio termotecnico mi ha suggerito un sistema di VMC, ma mi ha spiegato che è necessario pulire i filtri ogni 60-90gg. Significa che ogni 2/3 mesi dovrei prendere la scala, aprire le bocchette (1 per stanza), prendere i filtri, sciacquarli nel lavandino e poi riposizionarli. E' vero, posso farlo da solo senza spesa, ma mi sembra un fastidio non da poco. Sapete se esiste qualche sistema di pulizia automatico dei filtri? Altrimenti, anche se a malincuore, farò a meno della VMC. Grazie