edilizia e mercato
Intelligent Building, opportunità per l’edilizia
Con un potenziale di mercato di 590 miliardi di euro gli edifici, gestiti in maniera integrata ed automatizzata sono una grande sfida, tuttora aperta
Photo: Wikimedia
Hardware e software non rientrano solo nei pc e negli apparecchi informatici, ma faranno sempre più parte integrante degli edifici del domani, già oggi hanno un termine che li definisce: Intelligent Building. In essi rientrano quegli edifici in cui gli impianti presenti sono gestiti in maniera integrata ed automatizzata. Come? Attraverso l’adozione di una infrastruttura di supervisione e controllo degli impianti stessi in modo «da massimizzare il risparmio energetico, il comfort e la sicurezza degli occupanti, e garantendone inoltre l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte». Essi rappresentano uno dei “nodi” costitutivi della nascente smart grid. Di essi se n’è parlato diffusamente ieri nel corso della prima edizione dell’Intelligent Building Report – sviluppata dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano.
Tale rapporto ha voluto dare spazio a fornire una definizione di questo tipo di edifici, ma anche un inquadramento e ha fornito anche il quadro normativo-regolatorio nel quale sono iscritti. Inoltre ha voluto anche capire che sostenibilità economica abbia tale tipologia di edifici nonché il potenziale di mercato.
Un cuore di hardware e software
Ma partiamo dal cuore del sistema, ossia l’infrastruttura di supervisione e controllo che abilita la gestione integrata ed automatizzata degli impianti presenti all’interno di un Intelligent Building. Essa è costituita da un «sistema hardware-software» che monitora e controlla tali impianti. In particolare, tale infrastruttura integra il funzionamento degli impianti presenti all’interno di un edificio, abilitandone la mutua comunicazione, In funzione del numero di impianti resi intelligenti e del livello di integrazione tra i singoli impianti, all’interno del rapporto sono individuati 5 «archetipi» di edificio, a partire da un livello di complessità base a quello caratterizzato da un livello di complessità elevato: in quest’ultimo livello tutti gli impianti sono gestiti in maniera “integrata”.
Sostenibilità economica
Complessità significa anche costi più alti? Su questo aspetto il report è andato a valutare inoltre la sostenibilità economica dei diversi archetipi di Intelligent Building relativi a diverse tipologie di edificio, in ambito residenziale eterziario (come la Grande Distribuzione Organizzata, gli uffici e gli hotel). Partendo da quella residenziale, si sono evidenziati tempi di ritorno dell’investimento (PBT) superiori alle soglie di accettabilità tipicamente definite da questa tipologia di investitori, addebitabile al rilevante costo di investimento iniziale per l’implementazione degli archetipi. Quando, invece, si fa riferimento a edifici esistenti la realizzazione di un Intelligent Building è caratterizzata da economics migliori rispetto al caso di edificio «nuovo», dal momento che gli extra-risparmi energetici conseguibili più che compensano il maggior costo d’investimento necessario. Considerando, invece, gli edifici della GDO la realizzazione dei diversi archetipi di Intelligence Building mostra tempi di ritorno dell’investimento estremamente ridotti (con tempi di pay-back inferiori ad un anno), in parte dovuto al livello di risparmio energetico conseguibile. Non solo: la Grande Distribuzione Organizzata e gli hotel sono gli unici ambiti in cui l’archetipo caratterizzato dal maggior livello di complessità e sofisticatezza rappresenta anche la soluzione che garantisce il maggior ritorno economico.
Norme e incentivi
Andando poi a considerare gli incentivi vigenti, quelli che promuovono, seppure in maniera indiretta gli Intelligent Building sono i Titoli di Efficienza Energetica – altrimenti detti “certificati bianchi” (su interventi relativi all’adozione di infrastrutture di supervisione e controllo degli impianti) e le detrazioni fiscali per la ristrutturazione edilizia. Analizzando nel suo complesso il quadro normativo nazionale in tema di Intelligent Building, emerge sì che l’attuale impianto sia piuttosto «evoluto» da un punto di vista tecnico, grazie alla presenza di una norma (la UNI CEI 15232), che permette agli operatori di classificare e valutare i risparmi energetici derivanti dall’adozione di un sistema di intelligenza secondo varie declinazioni. Tuttavia, dal punto di vista degli obblighi e degli incentivi, il quadro nazionale appare meno avanzato, con obblighi caratterizzati da un “perimetro” limitato ed incentivi (con particolare riferimento ai TEE) che presentano rilevanti limiti all’utilizzo» si spiega nel documento.
Da notare, invece, che grazie all’ottenimento delle detrazioni fiscali (50%), la sostenibilità economica dei diversi archetipi di Intelligent Building in ambito residenziale migliora in maniera sensibile.
Elevato potenziale di mercato
Infine, nel report si è analizzato il potenziale di mercato dell’Intelligent Building. Fra i dati presi in esame vi è anche quella relativa a la superficie (espressa in milioni di metri quadri) degli edifici che può essere resa «intelligente» fra il 2016 ed il 2020. Considerando il residenziale si nota il rilevante interesse attribuibile all’esistente (4060 mln m2) rispetto al nuovo (36,7-44,9 mln m2)
Ma è il potenziale “teorico” dei differenti archetipi di Intelligent Building negli ambiti oggetti di analisi che va rilevato: si parla di una cifra pari a circa 590 miliardi di euro. Tale potenziale è associato a edifici esistenti (il 97% del totale) ed edifici nuovi, che potenzialmente potrebbero essere resi intelligenti nell’orizzonte temporale 2016-2020.
Il potenziale di mercato «atteso» degli archetipi di Intelligent Building si attesta fra i 9,3 e i 17 miliardi di euro, che determinano un volume d’affari medio-annuo fra il 2016 ed il 2020 di circa 1,9 – 3,4 miliardi di euro all’anno.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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