Condono edilizio sì, efficienza no?
Si fa strada nel governo l'ipotesi del colpo di spugna sugli abusi, mentre non c'è traccia del rinnovo degli incentivi al 55%
Photo: Forest Legnami
L’ipotesi di approvare un condono edilizio (accanto a quello fiscale) ha ripreso corpo durante il week-end, con la sponsorizzazione del capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. La misura, ha spiegato, servirebbe a reperire risorse per abbattere il debito. Nonostante le divisioni nella maggioranza (con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti che si è detto contrario), l’ipotesi ha buone possibilità di andare in porto, soprattutto se verrà inserita nel Decreto Sviluppo e se, sullo stesso, verrà posto il voto di fiducia.
Colpo di spugna per le opere 2010?
Al momento non ci sono cifre, per le quali è necessario mettere a punto uno schema di intervento. Ricordiamo che qualche mese fa era stata presentata dal deputato Scilipoti una proposta di legge per condonare gli abusi edilizi perpetuati entro il 31 dicembre 2010, in ampliamento di opere esistenti. Potrebbe essere quella la base di partenza.
Al di là del carattere una tantum della misura, che contraddice la necessità di mettere in campo misure strutturali per il rilancio dell’economia, il condono sarebbe un regalo a chi continua a costruire in spregio alle regole e un disincentivo a investire sull’efficienza energetica, la grande sfida che ci attende per i prossimi anni. Uno studio presentato al Saie ha classificato la casa come “maglia nera dei consumi energetici”, mettendo in luce problemi cronici come l’insufficienza della manutenzione programmata, la vetustà dei manufatti, l’inadeguatezza dei materiali e una scarsa attenzione alle condizioni climatiche del sito di progetto.
Incentivi al 55% in cerca di conferme
Sorprende, poi, che dal dibattito sia sparita la promessa di rinnovare gli incentivi al 55% sugli interventi di efficientamento energetico degli edifici, che scadono a fine anno. La proroga è stata a più ripresa promessa dall’Esecutivo, ma finora non è ancora stato messo nero su bianco. Eppure l’Enea ha calcolato che gli interventi di questo tipo negli ultimi quattro anno hanno visto investimenti per 11,1 miliardi di euro da parte delle famiglie italiane. Il costo per lo Stato dell’intera operazione, ovvero il minor gettito di entrate per il fisco, ammonta a 6,1 miliardi di euro, ma l’Enea stima benefici economici pari a circa 10 miliardi di euro, con un bilancio quindi nettamente in attivo. Una misura per lo sviluppo è a portata di mano, ma si continua a ignorarla
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