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edilizia e incentivi

Gli ecobonus sostengono i serramenti

Unicmi: ristrutturazioni e riqualificazioni, sostenute dagli ecobonus, salvano il mercato dei serramenti e facciate. Si arresta la caduta, ma resta l’incertezza

Scritto da il 02 agosto 2016 alle 9:00 | 1 commento

Gli ecobonus sostengono i serramenti

Serramenti e facciate continue sono uno specchio davvero interessante per capire come sta andando il mercato dell’edilizia. Con 4,2 miliardi di euro circa di valore della domanda complessiva di prodotti nel mercato italiano, rappresentano certamente un comparto importante.
Ma che anno sarà il 2016 per questi prodotti? A offrire evidenze e previsioni ci ha pensato l’Ufficio studi economici di Unicmi (Unione nazionale delle industrie delle costruzioni metalliche, dell’involucro e dei serramenti), con il Rapporto 2016 sul mercato italiano dell’involucro edilizio.
I dati: il numero di finestre installate nel 2015 è stato di circa 8 milioni, di cui 5,7 milioni nel residenziale (2,2 quelle relative al non residenziale). Balza all’occhio il peso specifico sempre più preponderante di ristrutturazioni e riqualificazioni: sul totale residenziale, 4,5 milioni di finestre sono state installate come recupero edile mentre 1,2 da nuove costruzioni. Il ridimensionamento, affermano gli analisti dell’Ufficio studi, è forte se si pensa che prima della crisi le finestre vendute superavano gli 11 milioni.

serramenti e facciate domanda

Domanda serramenti e facciate

Finestre, la manna degli ecobonus

Ma torniamo ancora all’importanza di ristrutturazioni e riqualificazioni e, soprattutto, degli ecobonus: le previsioni per la chiusura del 2016, che in base ai dati relativi al portafoglio ordini dei costruttori di serramenti metallici fanno ipotizzare una crescita nel 2016 nell’ordine del 2-4% delle vendite rispetto al 2015, insieme ai dati sopra citati rendono evidente “quanto questa domanda sia rappresentata in quota determinante dagli incentivi fiscali per la sostituzione degli infissi”, sottolinea il report. Infatti, il contributo delle nuove costruzioni è “ancora irrilevante” e solo dopo il 2018 “potrà determinare cifre significative sulla produzione di finestre”.

Senza ecobonus, ammette Unicmi, e in mancanza di massicci investimenti in social-housing e in edilizia pubblica, il mercato tenderebbe a una radicale flessione che si può ipotizzare nell’ordine del 6-8%. Da qui ribadisce l’Unione nazionale, l’importanza di stabilizzare almeno per i prossimi tre anni “strumenti anticiclici” quali, in primis, le detrazioni per la riqualificazione energetica del 65% e quelle per le ristrutturazioni al 50%, “permettendo all’intera filiera industriale italiana dell’involucro di resistere alla più difficile congiuntura economica del dopoguerra”.

 

Serramenti metallici, scompare il “segno -”

Il 2015, sempre secondo quanto si apprende dal rapporto, ha rappresentato un “anno di svolta” per i costruttori di serramenti metallici: sembra, infatti, si siano manifestati “i primi timidi segnali di inversione della crisi iniziata nel 2008 e costata oltre 900 milioni di euro di vendite annue”. Dopo sei anni di caduta, l’anno scorso si è registrata la scomparsa del “segno meno” rispetto al 2014: il mercato risulta essere cresciuto dello 0,4% sul 2014 con le vendite che hanno superato di poco 1,4 miliardi di euro, realizzate in gran parte grazie alla domanda di sostituzione sostenuta dagli incentivi fiscali.

Facciate continue, timidi segnali di ripresa

Veniamo poi alle facciate continue. Anche qui le buone notizie, seppur timide, non mancano: l’Ufficio studi economici Unicmi segnala una “piccola inversione di tendenza (+1%)” in parte legata a una ripresa degli investimenti nelle costruzioni non residenziali, in particolare quelle destinate al terziario e quelle pubbliche. “Un contributo significativo proviene anche dai lavori di recladding, ovvero di sostituzione delle facciate continue esistenti” prosegue nell’analisi.
Si ravvisa una sostanziale tenuta delle aziende che ha rilevato un aumento del portafoglio, considerando gli specifici dati ordini dei costruttori di facciate continue; inoltre si segnala una crescita delle aziende che ha un portafoglio ordini invariato. “Nel mercato delle facciate continue i lavori sono di grandi dimensioni e hanno sviluppo biennale, talvolta triennale, per cui è realistico ipotizzare che i lavori presi nel 2014 continueranno ad alimentare il fatturato dei costruttori di facciate per almeno un biennio”.
Le conclusioni per il 2016 sono positive, con un’ipotizzata ripresa del mercato e una crescita stimata della domanda al 2-3%. Lo stesso non si può dire per l’anno che verrà: “permangono fortissime perplessità riguardo a tre tematiche che potranno influenzare pesantemente il mercato: il rinnovo degli incentivi fiscali per l’edilizia, la piena operatività del DLgs 50/2016, ovvero il nuovo Codice degli Appalti Pubblici e lo sblocco di significativi investimenti in costruzioni e infrastrutture” annuncia l’ente, che vede solo con l’operatività di questi tre fattori la piena espressione della ripresa “con tassi di crescita tra il 4% e il 6%”. Altrimenti per il 2017 sono prevedibili scenari infausti e il “perdurare di sofferenze che potrebbero ingenerare una ulteriore riduzione degli operatori e dei fatturati”.


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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