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L'architettura sostenibile è di casa tra gli astronauti | Tekneco

L’architettura sostenibile è di casa tra gli astronauti

E' in via di completamento la nuova sede della Nasa nella Silicon Valley. Costa il 6% in più, ma con l'obiettivo di rientrare nell'investimento entro dieci anni

Scritto da il 17 giugno 2011 alle 10:01 | 0 commenti

L’architettura sostenibile è di casa tra gli astronauti

Le ristrettezze di budget pubblico hanno messo in forse le future missioni nello spazio, così la Nasa ha pensato bene di progettare sulla Terra una stazione che ricalchi in tutto e per tutto la vita in orbita. E per farlo non poteva che affidarsi a un progetto green, in cui le scelte di rispetto dell’ambiente si coniugano con le possibilità di risparmio energetico e una spiccata attenzione all’estetica.

Nelle mani del guru verde

Il nuovo stabilimento, situato all’interno della Nasa Ames research center situato nella Silicon Valley (California), è stato affidato allo studio di di architettura William Donough & partner, guru mondiale dello sviluppo sostenibile, che nel 1991 ha ricevuto l’incarico di redarre The Hannover Principles: Design for Sustainability, le linee guida per la città di Hannover in occasione dell’EXPO 2000. E che è stato chiamato a studiare soluzioni innovative anche per l’Expo 2015 di Milano. Nato a Tokyo, Donough ha ricevuto il Premio Presidenziale Americano per lo sviluppo sostenibile, il più alto riconoscimento americano in campo ambientale.

Le caratteristiche

La Nasa ha messo sul piatto investimenti per 20 milioni di euro per un’edificio che dovrebbe essere completato a metà luglio e in grado di ospitare 220 dipendenti, tra ricercatori e personale amministrativo. La struttura è in grado di generare più elettricità di quanta ne consumi, grazie alla presenza di pannelli fotovoltaici sul tetto dell’edificio. Il progetto prevede che l’irrigazione del prato circostante sarà garantita con  cqua proveniente da un impianto di trattamento di acque sotterranee contaminate, mentre quella usata in docce e lavandini sarà riutilizzata nei servizi igienici, utilizzando il medesimo sistema in uso nei veicoli spaziali.

Infine, il 92% dei i rifiuti prodotti durante la costruzione è stato riciclato o avviato al recupero, mentre i materiali sono stati acquistati nella quasi totalità in loco, in modo da ridurre l’impatto dei trasporti sull’ambiente. Complessivamente, la costruzione costerà circa il 6% in più rispetto a progetti analoghi che seguono tecniche di costruzione tradizionali, ma il ritorno dell’investimento è assicurato nell’arco di un decennio.


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L'autore

Pierluigi Fanghella

Editore. La passione per le tematiche legate alla sostenibilità ambientale l’ha spinto a progettare una rivista: Tekneco. Lo studio e l’approfondimento di questi temi lo impegnano in prima persona per sensibilizzare alla responsabilità e al rispetto delle risorse comuni. Un impegno che costruisce, giorno dopo giorno, grazie all’informazione.


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