La manovra preoccupa le associazioni del settore edile
Le posizioni di Ance, Aniem, Finco e Confedilizia sulla manovra finanziaria
In questi giorni si fa un gran parlare della manovra finanziaria. Da più parti sono emersi giudizi e commenti, ma il quadro è ancora molto confuso. L’edilizia, come d’altronde il resto del tessuto produttivo nazionale, sta vivendo queste ore convulse in cui molte decisioni prese sono ampiamente in discussione. Di argomenti che toccano il settore ve ne sono molti: a partire dalla liberalizzazione in materia di segnalazione certificata di inizio attività, dalla denuncia e dichiarazione di inizio attività fino al prospettato aumento dell’Iva e alla razionalizzazione degli enti locali, direttamente o meno, molte decisioni avranno influenza significativa sul futuro del mondo edile.
Il parere di Ance: non favorisce lo sviluppo
La conferma del clima d’incertezza viene innanzitutto dall’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili: “Prima di poter dare un giudizio compiuto sulla manovra stiamo attendendo di capirne quali saranno esattamente i contenuti in quanto le notizie che circolano in questi giorni sono ancora incerte e confuse” è la nota dell’associazione. Il suo presidente, Paolo Buzzetti, ha spiegato: “Fatichiamo a scorgere provvedimenti che favoriscano lo sviluppo. Il rischio è che questa si tramuti in una manovra esclusivamente recessiva. Infrastrutture ed edilizia costituiscono settori di punta quando occorre una spinta verso la crescita, e non mi sembra che per il momento, a parte gli ultimi finanziamenti sbloccati dal Cipe in luglio, ci siano novità sostanziali”.
Aniem: i prospettati tagli per gli enti locali colpiranno le pmi
“Si fatica a capire i contenuti e i termini di questa manovra”, commenta il segretario generale di Aniem (associazione nazionale imprese edili e manifatturiere), Federico Ruta. “Ci sembra che ci sia grandissima incertezza. Ci sono elementi di preoccupazione soprattutto ai tagli previsti per gli enti locali che, pur con cifre ancora da chiarire, saranno consistenti per il prossimo biennio. E questo si aggiunge già alle difficoltà di spesa per il mondo pubblico. Si tenga conto che dai dati da noi raccolti i nostri associati, che sono per lo più costituiti da rappresenti delle piccole e medie imprese, lamentano già ora ritardi di pagamento drammatici ed esasperati fino anche a un anno e mezzo”. Tenendo conto che le pmi che “hanno stretta necessità di liquidità ciò diventa pesante” ribadisce Ruta. Per quanto riguarda le note positive, il segretario Aniem segnala la prospettiva di razionalizzazione degli enti pubblici, “che vada verso una razionalizzazione dell’amministrazione pubblica che possa giovare a tutto il sistema”.
Finco: più attenzione sul tema delle costruzioni e manutenzioni
Finco, la Federazione delle industrie di prodotti, impianti e servizi per le costruzioni (area Confindustria), auspica che le decisioni del Governo siano “seguite da un decreto legge più specifico sul tema delle costruzioni”. Ferme restando le positive innovazioni apportate dal decreto Sviluppo 70/2011 in merito agli snellimenti burocratici, alla possibilità facilitate di perequazione urbanistica nonché all’agevolazione delle opere di abbattimento e ricostruzione anche in difformità di sagoma. “In primo luogo riteniamo necessario che i beni demaniali rispondano a requisiti di efficienza, sicurezza ed economicità del rapporto costi/benefici”, precisa. “Per quanto riguarda invece quei beni demaniali che si trovano in situazione di pericolo o che hanno già prodotto dei danni, è bene procedere con una manutenzione straordinaria, in primo luogo mettendo in sicurezza quei beni che hanno un valore storico – artistico, svolta da imprese specialistiche”. Sotto il profilo più specifico della manutenzione stradale e dei “mille piccoli cantieri” emersi, secondo Finco “dovrebbero essere eliminate alcune impervietà procedurali nel processo di attribuzione dei proventi delle contravvenzioni di un rinnovato codice della strada”.
Confedilizia: sconfitto il partito della patrimoniale
Il parere di Confedilizia (Confederazione italiana proprietà edilizia) è focalizzato sulla pressione fiscale: per il presidente Corrado Sforza Fogliani, al momento “il partito della patrimoniale – pur forte dell’importante appoggio di molti italiani residenti in Svizzera – è sconfitto”. Per l’associazione non è giusto ”far pagare i risparmiatori per i beni che possiedono, come per una specie di responsabilità oggettiva, anche se si tratta di beni improduttivi di reddito”.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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