Ambiente
L’intervento sui materiali con amianto
Rimozione, incapsulamento e confinamento: sono questi i possibili rimedi per rendere innocua la presenza di eternit
Photo: Concessione Nuova PugliAsfalti
Lo stato di degradazione dell’eternit influisce sulla scelta delle tecniche d’intervento da commissionare alle esperte aziende del settore. Abbiamo intervistato Lorenzo Ranieri della Nuova PugliAsfalti per approfondire l’argomento.
D: Cos’è la tecnica dell’incapsulamento?
R: E’ un incapsulamento superficiale con vernici speciali e consiste nel trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono a inglobare le fibre di amianto, costituendo una pellicola di protezione sulla superficie esposta. La ditta che effettua l’incapsulamento deve rilasciare un attestato di corretta esecuzione del lavoro. Questo trattamento è efficace per un periodo limitato (mediamente 10 anni) e per materiali non troppo degradati o sovra coperture. Dopo aver effettuato l’incapsulamento è necessario verificare periodicamente l’efficacia dell’intervento nel tempo.
D: In cosa consiste la tecnica del Confinamento?
R: Si realizza separando il materiale contenente amianto con una intercapedine di altro materiale, in grado di separare l’amianto dalle aree occupate dell’edificio. Anche in questo caso è necessario mettere in atto un programma di controllo e manutenzione.
D: Quando si ricorre alla Rimozione?
R: E’ il procedimento di bonifica più comune perché elimina ogni potenziale fonte di pericolo. Viene eseguito su materiali degradati o quando si vuole ottenere una soluzione definitiva asportando il materiale in amianto da abitazioni, soffitte e così via. Ha costi più elevati nell’immediato dell’incapsulamento ma, a lungo termine, evita la necessità di controlli e manutenzione. Se il materiale è compatto e in buone condizioni non è pericoloso, anche se occorre evitare abrasioni e danneggiamenti.
D: Tra le tre tecniche menzionate, quando un cliente deve optare per una piuttosto che per un’altra?
R: Se il materiale è friabile si devono adottare gli opportuni interventi di bonifica. È importante controllare lo stato di conservazione di tutti i materiali contenenti amianto ed evitare gli interventi che possano danneggiarlo.
Ogni intervento di rimozione e smaltimento di materiali contenenti amianto deve essere preceduto dalla stesura di un piano di lavoro da parte dell’impresa esecutrice. Il piano deve essere presentato all’Unità Funzionale di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro dell’ Asl competente per territorio, per la verifica. Il materiale rimosso deve essere smaltito presso gli impianti autorizzati, rilasciando al committente copia del formulario di identificazione del rifiuto timbrato dall’impianto di smaltimento.
D: Quali sono i parametri da valutare?
R: Nel caso più comune dei materiali in cemento-amianto, rappresentato dalle coperture in eternit, si devono esaminare vari parametri che tengano conto del degrado superficiale del materiale, ad esempio l’anno di istallazione, la compattezza del materiale (non si deve sbriciolare con la sola pressione delle dita), la presenza di crepe o rotture visibili, l’esteso affioramento delle fibre di amianto sulla superficie, e la presenza di muschi o licheni. Inoltre va valutata la presenza, nelle vicinanze, di finestre o terrazze prospicienti e l’affaccio su cortili interni.
Una situazione nella quale alcuni di questi elementi siano presenti, richiede un intervento di bonifica dell’ eternit. Ad ogni modo anche nel caso si stabilisca di non rimuovere il materiale contenente amianto, il proprietario dell’immobile deve avviare un programma di controllo per accertare che le condizioni di buona manutenzione si mantengano nel tempo.
Principalmente la nostra azienda mira a sostituire elementi contenenti amianto con soluzioni innovative d’impianti fotovoltaici in film sottile.
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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