***ATTENZIONE***
VERSIONE OLD DI TEKNECO AGGIORNATA SINO A GENNAIO 2017
Clicca qui per visualizzare il nuovo sito
Prati urbani, le controindicazioni | Tekneco

Prati urbani, le controindicazioni

Nonostante gli indubbi vantaggi per l'ambiente, non sempre i giardini su tetti sono facilmente realizzabili

Scritto da il 08 giugno 2011 alle 8:55 | 1 commento

Prati urbani, le controindicazioni

Photo: osde8info


Con questo articolo si completa l’approfondimento avviato ieri

Non basta l’entusiasmo di avere il verde a “portata di tetto” o la buona volontà di voler contribuire nel proprio piccolo a rendere più verdi le città. Appesantire una struttura portante richiede la perizia e il lavoro di esperti del settore. Paolo Abram chiarisce che: «Se applicate secondo le regole e le buone norme costruttive, le coperture a verde portano solo benefici per l’involucro edilizio. Nel caso delle coperture estensive (prati), il loro peso è confrontabile con quello di un’usuale copertura con zavorratura in ghiaia (80 -120 kg/m quadrato). Nel caso di giardini pensili intensivi, il peso può essere significativamente maggiore (120 – 600-800 kg/m quadrato a seconda della tipologia).» Conclude sottolineando «Si tratta comunque sempre di pesi che rivestono carattere di normalità nell’ambito delle tecniche costruttive».

 

In cosa non sono sostenibili i tetti verdi

Verde in città, seppur in quota, a primo acchito non lascia intravedere lati oscuri. Degli ottimi spunti di riflessione ce li fornisce Simone Martini, blogger ambientale, secondo cui se vogliamo applicare anche alle copertura a verde il concetto di sostenibilità bisognerebbe costruirle con materiali sostenibili. «Scandole di legno a più strati, spine in legno, tessuti drenanti in fibra vegetale, ghiaia (un materiale riutilizzabile) e naturalmente terra. In questo modo abbiamo realizzato un tetto verde che potremmo senz’altro definire sostenibile in senso assoluto (purché, ovviamente, non venga in mente la stessa idea a 7 miliari di persone contemporaneamente).» Prosegue osservando che: «Un tetto verde che invece impieghi materiali riciclabili, come lamiere a tenuta in alluminio, acciaio inossidabile o lamiere zincate, e ancora tessuti in fibra vegetale e pannelli drenanti in plastiche riciclabili, il tutto sostenuto da una struttura in legno, potremmo definirli come sostenibili a medio o lungo termine, quindi in senso più relativo». E conclude constatando che : «Se poi il tetto è costruito in laterocemento, materiali energivori (e naturalmente dimensionato per reggere il peso della terra impiegata per la realizzazione del tetto verde anche in condizioni atmosferiche di pioggia, neve o vento), la copertura sostituita da guaine impermeabilizzanti bituminose, i tessuti e i pannelli drenanti in plastiche non riciclabili, e in definitiva l’intero sistema tetto è realizzato con materiali ne riciclabili, ne riutilizzabili, ecco che il nostro tetto verde non è più tanto verde e forse nemmeno sostenibile da un punto di vista ambientale. »

Prospettive future

Profumo di terra, di erba e di fiori anche in città, verde ovunque, nuovi spazi per respirare aria più pulita, chissà se il futuro ci riserverà davvero questa piacevole e salutare  prospettiva ambientale. Per il momento forse è meglio essere realisti e come afferma Paolo Abram «I tetti verdi in futuro si diffonderanno maggiormente, ne sono convinto ma sarà un processo lento. Lo sviluppo dipende quasi esclusivamente dalla volontà delle amministrazioni di riconoscere e promuovere questa tecnologia.»

 


Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • Simone Martini
    scrive il 08 giugno 2011 alle ore 21:38

    «In molti paesi europei sono previsti incentivi sia diretti che indiretti, specialmente in Germania, Austria e Svizzera. La motivazione principale è legata al fatto che i tetti verdi hanno elevate capacità di gestione idrica e i risparmi per la collettività sono significativi» Sarebbe interessante capire a quanto può ammontare l'entità di questi risparmi. Se ci fosse davvero un ritorno nell'investimento, in tempi ragionevoli, allora credo che varrebbe la pena di incentivare la realizzazione di tetti verdi. Diversamente sarebbe più efficiente concentrare gli incentivi per quelle tecnologie che permettono di ridurre significativamente le emissioni di gas climalteranti e il consumo di risorse. Penso alla coibentazione degli edifici, le tecnologie che sfruttano le energie rinnovabili, il trasporto di merci e persone su ferro, il riciclo. Bisogna anche considerare che il nostro è un paese pesantemente segnato dal debito pubblico...

Rispondi

Nome (richiesto)

Email (richiesta, non verrà pubblicata)

Sito web (opzionale)


Condividi


Tag


L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


Il solare termico, corso online
Focus, la rivoluzione della domotica
Klimahouse 2017
RUBNER
AQUAFARM
BANCA ETICA
SIFET
BUILDING INNOVATION

ANICA
tekneco è anche una rivista
la tua azienda su google maps

Più letti della settimana



Continua a seguire Tekneco anche su Facebook:

Altri articoli in Ecologia
expostP41_r
Un giardino su ogni tetto: così le città diventano più verdi

Si moltiplicano le iniziative per colorare i centri urbani e contribuire a ridurre l'inquinamento ambientale

famiglia-flickr.com_markcraig
Un premio europeo per famiglie “green”

La Ue lancia una competizione lunga dodici mesi per sensibilizzare i consumatori sulle tematiche ambientali

Close