Politica
L’Europa s’impantana nelle sabbie bituminose
La Commissione Ue non ha raggiunto il quorum per decidere che il petrolio ottenuto da sabbie bituminose è altamente inquinante
Photo: Shell
Non è al momento servito l’appello degli otto premi Nobel, tra cui l’Arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, tramite una lettera alla Commissione Europea che dovrebbe classificare il petrolio estratto dalle sabbie bituminose come più inquinante di quello estratto dai tradizionali giacimenti petroliferi. “Le sabbie bituminose sono la fonte di emissioni che cresce più rapidamente in Canada e minacciano la salute dell’intero pianeta. Proprio per questo il Canada è uscito dal protocollo di Kyoto, e l’Europa non può seguirne i passi” è stato scritto nella lettera.
Proprio il Canada aveva fatto sapere qualche giorno prima del voto che avrebbe minacciato di intervenire sulle norme che regolano le importazioni delle merci dall’Ue se questa avesse varato normative penalizzanti. I documenti sull’atteggiamento europeo in merito all’estrazione del petrolio dalla sabbie bituminose, sarebbero emersi dopo una richiesta formale fatta dall’organizzazione ambientalista Transport and Environment. Tuttavia sarebbero stati rilasciati in una versione pesantemente censurata dal mediatore europeo nella trattativa con il Canada.
La cosiddetta direttiva sulla qualità dei combustibili, che fa parte degli sforzi comunitari per ridurre le emissioni di CO2 incoraggiando l’uso di combustibili più puliti, classifica i carburanti in base al loro emissioni di anidride carbonica globale. Calcola intero ciclo di vita di un carburante di emissioni, poi assegna un numero. La direttiva in discussione lo scorso 23 febbraio avrebbe dovuto assegnare un valore indicativo dell’impatto ambientale ad ogni carburante, in modo da dare un’indicazione agli acquirenti al momento dell’acquisto. Nelle bozze circolanti in questi giorni al petrolio da sabbie bituminose sarebbe stato assegnato un valore di 107 grammi di carbonio per megajoule, superiore agli 87,5 grammi del petrolio normale.
Si è così arrivati al voto. E qui l’Unione europea è letteralmente “invischiata” nell’incertezza dato che non è riuscita a produrre i richiesti 255 voti necessari per approvare la classificazione. Di conseguenza, la proposta slitterà fino al Consiglio europeo, che voterà in tarda primavera o all’inizio dell’estate.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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