Gli eco primati di Milano

Milano sale sul podio per l’attenzione all’ambiente. Tra le eco virtù il più alto numero dei gruppi di acquisto solidale, e il servizio di car sharing. La città lombarda si può vivere in maniera sostenibile, basta conoscere gli indirizzi e le curiosità green. Ne parliamo con Marzia Fiordaliso, autrice di “Eco in città”, eco guida dedicata agli stili di vita sostenibili.

D: Non solo criticità da smog per Milano. Quali sono gli aspetti green di questa città?

R: Milano ha il primato su varie pratiche di sostenibilità. Ad esempio è capitale del car sharing (o condivisione di auto), servizio di noleggio che riduce l’impatto ambientale della circolazione (abbassando le emissioni di gas inquinanti) e i costi, ripartiti tra più persone.

E’ poi al primo posto come numero di Gas ovvero gruppo d’acquisto sostenibile formato da un insieme di persone che decidono di acquistare direttamente in azienda prodotti alimentari o di uso comune da ridistribuire tra loro. Il gruppo aiuta a non sentirsi soli nella propria critica al consumismo, a scambiarsi esperienze e appoggio, a verificare le proprie scelte. Acquistare dai produttori significa stabilire un rapporto di fiducia con  loro e risparmiare sui prezzi delle merci.
La città è infine tra i capoluoghi di provincia ai primi posti relativamente all’uso della bicicletta, che viene impiegata anche per spostamenti di lavoro o per accompagnare i figli a scuola.

D: Concretamente è possibile vivere sostenibile a Milano?

R: Certamente. Anzi siamo proprio noi che viviamo nelle metropoli a dover condurre uno stile di vita sempre più sostenibile, facile essere green se si abita in campagna o in aree verdi a bassa densità abitativa. Cambiare è oggi possibile, oltre che ormai indispensabile, ma le sfide del futuro non si vincono usando vecchi metodi: ecco perché la chiave del successo è solo nella creazione di modelli di vita alternativi a quelli finora adottati. Modelli che sono alla portata di tutti, come preferire un ristorante vegetariano, acquistare abbigliamento usato o in materiali biologici, mettere nel carrello della spesa alimenti provenienti dal commercio equo e solidale, rinunciare ad un uso smodato dell’automobile, ristrutturare la propria casa con materiali biocompatibili.

D: Perché solitamente sono poco conosciute le opportunità verdi che offrono le città?

Credo sia dovuto alla pigrizia e alla paura di spendere soldi che, vista la crisi, sono sempre di meno. E’ più semplice, teoricamente, far la spesa nel supermercato conosciutissimo sottocasa o comprare una maglietta made in China nel magazzino di quartiere.

Ecco perché in ogni Guida Eco in città ho inserito circa 500 punti di interesse ecologico: frequentandoli, conoscendoli possiamo modificare il nostro modus vivendi senza pesare sul portafoglio e senza pesare sull’organizzazione delle nostre pienissime giornate. La spesa bio possiamo farcela consegnare a casa, i figli la domenica possiamo portarli al museo e non al centro commerciale, l’abbigliamento lo possiamo scambiare nei swap party e via dicendo. E’ il nostro approccio alla città che va modificato per renderla, grazie a piccoli gesti, un luogo più vivibile per tutti.