aria pulita
Emilia-Romagna, sei anni per pulire l’aria
Un Piano integrato per la qualità dell’aria in regione: individuate 90 azioni per rientrare, entro il 2020, nei limiti imposti dall’Unione europea
Sono 90 le azioni per ridurre l’inquinamento dell’aria individuate dal Pair, il Piano Aria Integrato Regionale, con il quale la Regione Emilia-Romagna mette in campo le misure necessarie a rientrare nei valori limite fissati dall’Unione europea da qui al 2020. Le misure intervengono su tutte le fonti di emissione, coinvolgendo cittadini e istituzioni, imprese e associazioni, e sono articolate in cinque ambiti di intervento principali: le città, la pianificazione e l’utilizzo del territorio, la mobilità, l’energia, le attività produttive e l’agricoltura.
La parola chiave di questo processo è integrazione: integrazione settoriale, delle risorse, territoriale, tra i livelli di governo del territorio. Il Pair è il primo piano di livello regionale adottato in Emilia-Romagna per il risanamento della qualità dell’aria, che parte dall’esperienza sviluppata attraverso l’Accordo di programma stipulato sin dal 2002 tra Regione, Province e Comuni per mettere a sistema, rafforzare ed ampliare le misure, con l’obiettivo di passare da un approccio di tipo emergenziale ad uno di tipo strutturale, strategico. L’insieme delle azioni attivate dal sistema Regione-enti locali ha consentito infatti negli scorsi anni di ottenere risultati significativi, misurabili nel trend in diminuzione dei principali inquinanti, non sufficienti però a garantire il rispetto dei valori limite stabiliti dall’Unione europea. Si è reso quindi necessario cambiare la scala di intervento, passando a quella regionale, comunque senza indebolire il ruolo strategico svolto dagli enti locali nell’attuazione delle misure.
Lo scenario di piano così ottenuto mostra che nell’anno 2020 i valori limite per gli inquinanti atmosferici Pm10, Pm2,5 e NOx saranno rientrati nei limiti stabiliti dall’Ue pressoché su tutto il territorio regionale. Si stima infatti che attraverso le azioni previste, nelle condizioni meteorologiche tipiche della pianura padana, la popolazione esposta a più di 35 superamenti l’anno di Pm10 scenderebbe dal 64% al 1% e risiederebbe all’interno di aree critiche aventi una superficie complessiva pari a meno dell’1% del territorio regionale. La riduzione delle emissioni ottenute con le azioni del Pair corrisponde ad una variazione rispetto ai valori del 2010 delle emissioni dirette degli inquinanti e dei loro precursori (tra cui 47% per il Pm10 e 36% per gli ossidi di azoto NOx).
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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