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COSTA CONCORDIA

Concordia: ecosistema in bilico

Mancano le informazioni ufficiali e i piani d’azione non sono ancora pronti

Scritto da il 18 gennaio 2012 alle 8:29 | 0 commenti

Concordia: ecosistema in bilico

Photo: Foto Ansa


A cinque giorni dall’urto contro l’ultimo scoglio delle Scole, la Concordia rimane affidata al mare e per chi crede, a Dio. Alla tragedia umana in corso, potrebbe aggiungersi quella ambientale. Eppure, le informazioni istituzionali sui danni, attuali e futuri, all’ecosistema marino sono poche e scarsamente cristalline.

Cosa dicono dal Ministero dell’Ambiente
Le dichiarazioni più recenti del ministro Corrado Clini, sono quelle espresse in un programma televisivo nella mattinata di ieri «Bisogna fare in fretta perché le condizioni meteoclimatiche stanno per cambiare e anche per evitare e per prevenire rischi ambientali, perché l’eventuale rottura di serbatoi avrebbe effetti difficilmente valutabili».

Il sito del Ministero dell’Ambiente, su tutta l’intera vicenda, riporta un comunicato stampa del 17 gennaio, che in parte riprende le dichiarazioni emerse durante la trasmissione. Attendiamo che i «tempi rapidi» ossia le 48 ore scadranno questa mattina alle 10.00, orario in cui la compagnia Costa Crociera deve fornire un piano di lavoro per svuotare i serbatoi ed entro dieci giorni quello per rimuovere la nave.

Cosa succederà se la Costa, non farà pervenire il “come” intendono recuperare le circa 2.200 tonnellate di carburante? Il ministero ha già un piano alternativo sul “cosa” fare prima del peggioramento delle condizione climatiche, atteso per giovedì pomeriggio?

Le altre fonti istituzionali
L’Arpa Toscana ha pubblicato un comunicato stampa il 16 gennaio per informare che ha messo «a  disposizione il battello oceanografico “Poseidon”, per il presidio dell’area, coordinandosi con la Guardia Costiera” e le altre istituzioni interessate. I risultati delle analisi dei campioni raccolti, che saranno effettuate dai laboratori dell’Agenzia, saranno valutati in collaborazione con gli altri enti interessati e con Ispra».

Dal canto suo l’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale (Ispra), fa sapere che il personale tecnico è «intervenuto sul luogo del disastro. Alcuni degli esperti rientreranno dall’’Isola del Giglio già venerdì mattina». Dunque il fine settimana si avranno informazioni tecniche più dettagliate.

Il mare magnum della stampa
L’Agenzia Ansa, nella tarda mattinata di ieri, ha battuto la notizia che è stata posizionata una cintura di protezione lungo tutto il perimetro della nave della Costa Crociere ossia 900 metri di barriere d’altezza di cui 300 già posizionati e gli altri in via di allestimento, e a breve si procederà a rinforzare il lato interno con panne assorbenti.

Questo vuol dire che se dovessero presentarsi delle perdite di carburante ci sono delle misure tampone in atto, per salvare il salvabile. Per quelle preventive si aspetta il piano di lavoro della Costa Crociere che ha scelto la società olandese Smit per le operazioni di recupero di carburante.
Se la nave reggerà al mare mosso e ai relativi venti, si procederà con le tecniche di svuotamento delle cisterne che si trovano a circa 40 metri sottacqua, ossia serve una camera iperbarica per limitare i tempi di discesa e risalita, una camera fissa sulla piattaforma d’appoggio dove i sommozzatori sosteranno per 2 settimane circa e una capsula-mobile che fa da ascensore. A questo bisogna aggiungere il tempo necessario per scaldare il combustibile, rendendolo più fluido, per pomparlo via.
Invece se la Concordia dovesse scivolare sul fondale sottostante il piano di lavoro sarebbe differente perché non è possibile prevedere in anticipo come si inabisserà, se le cisterne verranno compresse e come fare per raggiungerle.

Gli organi di stampa hanno lo scopo di informare sia durante le situazioni di emergenza che in quelle di normalità. Le fonti istituzioni non dovrebbero, allo stesso modo, comunicare ai cittadini lo status quo dei fatti, in tempi reali?


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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