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Come se la cava l’Italia con il riciclo?

Il report "l'Italia del riciclo 2016" fornisce un quadro complessivo sulla situazione del riciclo dei rifiuti nel nostro Paese

Scritto da il 19 gennaio 2017 alle 9:00 | 0 commenti

Come se la cava l’Italia con il riciclo?

Ad un anno dalla pubblicazione del pacchetto sull’economia circolare da parte della Commissione europea, l’industria nazionale del riciclo continua a registrare una costante crescita, soprattutto nel settore degli imballaggi: nel 2015 il 67% è stato avviato al riciclo.
Ad affermarlo è “L’Italia del riciclo 2016“, studio effettuato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE UNIRE (Unione Nazionale Imprese Recupero che gestiscono attività di recupero e riciclaggio di rifiuti). Dal report emerge che attualmente oltre 15 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico vengono trasformati in 10,6 milioni di tonnellate di nuove materie (materiale secondario) da reinserire nel processo economico.

Nonostante il perdurare della crisi economica, secondo il rapporto, il 2015 è stato un buon anno per i numeri inerenti al materiale riciclato. Infatti, il riciclo degli imballaggi ha registrato un +5% che conferma la capacità del settore di intercettare e avviare a recupero quantitativi crescenti di rifiuti: 8,2 milioni di tonnellate, contro le 7,8 del 2014 e le 7,6 del 2014. Anche il riciclo di pneumatici fuori uso vede un aumento del 5% rispetto al 2014. L’alluminio, invece, nonostante rimanga tra i settori più virtuosi, accusa una leggera flessione: -1%.

Per quanto riguarda il tasso di riciclo dei rifiuti (la quantità reimmessa nel sistema produttivo proveniente dalla differenziazione dei rifiuti), si confermano le eccellenze della carta (80%), dell’acciaio (73,4%), del vetro (71%) e, appunto, dell’alluminio (70%). Il tasso di reimpiego e riciclo di veicoli fuori uso raggiunge l’83% del peso medio del veicolo, dato che lo fa essere ancora lontano dal target previsto del 95%. In ritardo anche la raccolta pro-capite delle apparecchiature elettriche ed elettroniche che, intercettando il 41% dell’immesso al consumo, supera i 4 kg/abitante ma è comunque distante dagli obiettivi: 7,5 kg/abitante per il 2016 e 10 kg/abitante per il 2019.

Il Rapporto evidenzia come l’Italia abbia compiuto notevoli progressi nel campo del riciclo”, ha dichiarato Andrea Fluttero, Presidente di UNIRE, “grazie a un settore virtuoso e dinamico; una vera circolarità delle risorse non è stata ancora pienamente realizzata. Potrà esserlo solo a patto che si affrontino e si risolvano alcuni nodi da tempo irrisolti. Tra questi, le regole, che devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, la semplificazione complessiva del settore, la migliore definizione del sistema consortile, che deve diventare sempre più sussidiario al mercato, il problema delle esportazioni e la necessità di sviluppare ricerca ed innovazione tecnologica. Tutti elementi indispensabili per dare ulteriore slancio al settore e senza i quali sarà difficile migliorare i risultati del nostro settore sia dal punto di vista economico che ambientale”.

Per Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, “l’uso efficiente dell’energia e dei materiali sono ormai indispensabili fattori non solo di qualità ambientale, ma di competitività economica. Occorre quindi produrre sempre meno scarti e meno rifiuti e riciclare il massimo possibile. Le imprese italiane hanno ormai raggiunto il livello di eccellenza in Europa con il riciclo del 72% dei rifiuti speciali, lo stesso livello di eccellenza deve essere raggiunto anche nel riciclo dei rifiuti urbani (al 43%), sulla scia positiva di quello degli imballaggi oggi al 67% dell’immesso al consumo. Ciò richiederà politiche mirate per recuperare i ritardi in alcune Regioni del Sud e maggiore attenzione alle filiere industriali del riciclo per il loro ruolo strategico”.


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L'autore

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.


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