INQUINAMENTO
Black carbon, i danni per la salute
Il report del Who sottolinea che ci sono delle correlazioni tra l’insorgere di patologie cardiopolmonari e mortalità, con l'esposizione al black carbon
Photo: Yuri virovets
Il black carbon contribuisce all’effetto serra ed è un buon indicatore dell’inquinamento atmosferico derivante dalla combustione. Riducendo l’esposizione al particolato fine contenente black carbon si dovrebbero ridurre gli effetti negativi sulla salute e sull’ambiente.
Il report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità punta il dito anche sul nerofumo, particolato carbonioso prodotto dalla combustione incompleta di prodotti petroliferi pesanti, o da grassi e oli vegetali. Nei contesti urbani la fonte principale di black carbon è rappresentata dai motori a diesel dei veicoli dal riscaldamento domestico a legna o carbone, dalla combustione di biomasse, dagli incedi boschivi e così via.
Secondo quanto emerge dai risultati della rassegna epistemologia analizzata dalla World Health Organization, esistono evidenze scientifiche di correlazione tra l’esposizione al nerofumo e l’insorgere di cause o mortalità cardiovascolari, ricoveri ospedalieri cardiopolmonari a breve e lungo termine.
Gli studi tossicologici sottolineano come il black carbon non è il principale componente tossico del particolato fine, tuttavia rappresenta un vettore universale per una vasta gamma di agenti chimici di diversa tossicità per i polmoni, per il sistema di difesa immunitario dell’organismo e per la circolazione arteriosa.
Le conclusioni del report evidenziano che riducendo l’esposizione al pm 2,5 (particolato fine con diametro inferiore a 2,5 µm – un quarto di centesimo di millimetro-, in grado di penetrare profondamente nei polmoni soprattutto durante la respirazione dalla bocca) contenente black carbon, si dovrebbero ridurre gli effetti sulla salute e mitigare i cambiamenti climatici.
Gli esperti del settore non dimenticano il Great Smoke del 1952 a Londra. Lo smog derivante dal riscaldamento a carbone delle abitazioni londinesi durò per cinque giorni e provocò oltre 4000 morti e più di 100.000 persone soffrirono di disturbi respiratori. Da quel momento in poi il black carbon è stato riconosciuto come una componente indicativa dell’inquinamento atmosferico. Recentemente a Milano all’interno dell’Area C, si è fatto ricorso proprio alle misurazioni del black carbon.
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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