Amianto nelle scuole nazionali

La qualità dell’edilizia scolastica italiana non è delle migliori, a questo bisogna aggiungere la presenza di amianto in molti edifici, e la mancanza di fondi per mapparlo prima, e rimuoverlo poi. In tempi di crisi la situazione di gravità strutturale in cui versano molte scuole, continuerà a passare in secondo piano?

Il decreto ministeriale sulla mappatura

La notizia è che non esiste una mappatura nazionale sulle scuole all’amianto, e purtroppo non esistono  nemmeno per ciascuna regione. Sono passati 20 anni dalla legge n. 257 del 1992 che affidava a ciascuna Regione il compito di predisporre piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dei pericoli derivanti dall’amianto.

Se la legge n.257 era troppo genica, più specifico era il Dm 101 del 2003 sul regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del proprio territorio interessate dalla presenza di amianto, tra cui rientrano le scuole sotto la voce “Edifici pubblici”. Ad oggi, però, disponiamo solo di dati parziali e di cifre incerte sul numero dei complessi scolastici a rischio “polverino bianco” e di conseguenza c’è incertezza sui fondi necessari  per la messa in sicurezza.

Diversità regionali

Il pm Raffaele Guariniello parla di circa 2000 scuole con amianto.  Alcune regioni hanno provveduto a stanziare fondi per la rimozione, altre preferiscono aspettare. Secondo i dati dell’ultimo rapporto di Legambiente, “Ecosistema Scuola”, sulla qualità dell’edilizia scolastica, il 92,11% dei comuni ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto negli edifici scolastici. I casi certificati sono il 6,52% , mentre l’1,62% sono i casi sospetti, e, purtroppo, le azioni di bonifica negli ultimi due anni sono state portate avanti dal 2,58%.

Abbandonando la media nazionale e analizzando nello specifico i dati , emerge che mentre al nord la percentuale delle azioni di bonifica negli ultimi 24 mesi si attesta intorno al 4,72%, nel resto d’Italia scende fino a toccare l’1,34 nel Sud, l’1,41% nelle Isole e l’1,60% al Centro.

Fondi

In tempi di crisi economica non è facile trovare fondi da destinare alle strutture scolastiche, anche perché le scuole nostrane non hanno l’unica problematica dell’amianto. Per l’insieme degli interventi urgenti per la sicurezza nelle scuole (tra cui rientra l’amianto) esistono dei finanziamenti.

Il Miur, come si legge sul decreto ministeriale n.91 del 2011, infatti destina dei fondi alle istituzioni scolastiche «nel limite massimo di 300.000 euro per ciascun intervento ammesso a beneficio, per cofinanziare i competenti Enti locali nell’attuazione di interventi edilizi finalizzati alla bonifica dell’amianto oppure necessari per l’ottenimento della prevista certificazione in materia di idoneità statica o di prevenzione incendi. Ciascun Ente non può richiedere più di due interventi, che comunque dovranno essere attivati entro il 31 dicembre 2012». Basteranno i 9 milioni e mezzo di euro messi a disposizione per salvare coloro che frequentano la scuola, dalla fibra killer?