Ecologia
Agroalimentare e agroenergie: nuova certificazione
Presentata a Milano la carta d’identità ambientale dei prodotti agroalimentari che avvantaggia aziende del settore e consumatori
Ccpb srl, organismo di controllo e certificazione, insieme ai partner tecnico-scientifici ha dato vita a un rivoluzionario modello di valutazione e certificazione basato su disciplinari tecnici che fissano criteri e requisiti per il calcolo degli impatti ambientali dei prodotti delle filiere agro-energetiche e agro alimentari.
L’innovazione del modello la spiega Fabrizio Piva, amministratore delegato di Ccpb srl, che sottolinea come “per la prima volta è possibile giungere alla definizione di una carta d’identità ambientale attraverso la valorizzazione di dieci categorie di impatto ambientale”.
Le emissioni in gas serra, il consumo idrico, il potenziale acidificante e autrofizzante dell’acqua, gli ossidanti fotochimici, la quota di energia da fonti rinnovabili sul totale dell’energia utilizzata e l’uso del suolo sono alcuni dei più importanti indicatori che emergono dalla valutazione di un determinato processo produttivo calibrato sulle filiere agroalimentari e su quelle energetiche.
“Attraverso questa valutazione, che alla base utilizza il metodo Life cycle assessment, – spiega- è possibile valutare tramite i parametri sopra riportati l’impatto sull’ambiente che ha uno specifico determinato processo produttivo e impostare percorsi di miglioramento in modo da rendere sempre più sostenibile il processo stesso”.
A trarne i benefici saranno i consumatori e le aziende del settore che appaiono legati allo stesso filo di ricerca della qualità. Queste ultime “possono garantire la trasparenza sul contenuto ambientale di un determinato prodotto e del processo produttivo da cui deriva”, chiarisce Piva. Tutti i dati che emergeranno dalla valutazione saranno contenuti in un rapporto che può essere utilizzato per comunicare con il consumatore sia tramite siti internet, sull’etichetta o tramite meccanismi di comunicazione innovativi.
Inoltre, aggiunge l’amministratore delegato di Ccpb srl “non dimentichiamo che nel panorama agroalimentare l’Unione Europea ha definito obiettivi ambientali al 2020 e al 2050. Proprio in base a questi saranno riordinati i processi produttivi medesimi prevedendo anche incentivi per quelle aziende che si orienteranno in tal senso. Ciò renderà possibile orientare il mercato e le scelte di politica ambientale in modo biunivoco con un rafforzamento reciproco”. Un strada verso la qualità e la sostenibilità ambientale che sembra, finalmente, arrivata in discesa.
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L'autore
Anna Simone
Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.
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