impatto ambientale
A Spargi un modello energetico innovativo
Il nuovo Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio avrà sede all’isola di Spargi, protagonista di un innovativo modello di produzione di energia rinnovabile
Nell’ambito dell’appuntamento conclusivo del Progetto Pmibb (Parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio), in giugno è stato presentato il progetto di recupero della ex struttura militare dedicata a Carlo Zavagli sull’isola di Spargi, nel Parco della Maddalena.
La struttura, costruita sul finire dell’800, è stata scelta come sede del nuovo parco che dovrà garantire un efficace coordinamento tra le due aree protette gemelle presenti sui due lati opposti del versante orientale dello Stretto di Bonifacio, tra Sardegna e Corsica. I lavori, oltre ad aver restituito un nuovo aspetto alle mura, hanno fatto dell’isola di Spargi anche la culla di un modello del tutto innovativo sul piano della sperimentazione di nuove metodologie di produzione energetica.
Gli interventi all’edificio hanno previsto – oltre alla risistemazione degli intonaci con un prodotto che permette un migliore equilibrio termico della struttura e che dovrebbe quindi abbattere i costi della climatizzazione – la realizzazione di un impianto di produzione elettrica a basso impatto ambientale che combina l’utilizzo di varie fonti rinnovabili e che, nel pieno rispetto della tutela ambientale e dei delicati equilibri ecologici dell’isola, rende la nuova struttura indipendente dal punto di vista energetico.
Uno dei principali problemi della Casa del Parco era il suo fabbisogno di energia, che in passato era soddisfatto da un gruppo elettrogeno, che certamente non rappresentava un modo ecologico di produrre energia. Ora sul tetto sono stai sistemati pannelli fotovoltaici da 7,5 kilowatt, il solare termico per la produzione di acqua calda e, a terra, un aerogeneratore da 1 Kw ed un generatore di idrogeno: l’idea progettuale era di avere una fonte di energia sempre disponibile e risolvere il problema dell’utilizzo del gas per l’utilizzo delle cucine; per poter effettuare questo ultimo passo bisognerà aspettare che gli specifici ugelli vengano omologati.
Inoltre l’idrogeno è una fonte supplementare di energia rinnovabile: viene infatti prodotto dall’acqua piovana recuperata, e il processo, altamente energivoro, viene alimentato utilizzando l’impianto microeolico, che non è connesso alla rete e quindi l’energia prodotta e non utilizzata andrebbe sprecata. Con questo sistema invece è possibile stoccarla sotto forma di idrogeno, che va ad alimentare l’apposito impianto che entra in funzione quando si è esaurita l’energia immagazzinata nelle batterie, avendo come sottoprodotto l’acqua.
Le opere tecnologiche sono parte del progetto finanziato nell’ambito del P.O. “Marittimo” Italia-Francia 2007-2013.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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